LA LOTTA SBAGLIATA DEI TROTZKISTI PER L’INDIPENDENZA DEI CURDI

 

SONO I CAPITALISTI CURDI AD AVER INTERESSE ALL’INDIPENDENZA PER FAVORIRE I LORO AFFARI E  DIVIDERE I LAVORATORI A LIVELLO REGIONALE

 

Ieri i trotzkisti hanno sostenuto le lotte per l’indipendenza dei palestinesi, degli irlandesi, dei baschi, dei catalani e molti altri ancora, e adesso è il turno dei curdi. Di routine i trotzkisti sostengono le lotte per l’indipendenza che nel mondo si succedono. Nel loro obbiettivo di - secondo il loro schema - attraverso l’appoggio a queste lotte per l’indipendenza, arrivare a trasformarle poi in rivoluzioni, non hanno mai però ottenuto nulla. .... 

Non una di queste contese da loro sostenute ha portato alcunché di risultato rivoluzionario, se non il fatto di seminare odio tra i lavoratori coinvolti nella lotta per l’indipendenza contro i proletari delle altre nazioni, che i in questo scontro non hanno assolutamente niente a che fare.   

Nell’analisi marxista il perchè i trotzkisti in questa loro politica di sostegno alle indipendenze non ha portato a niente è molto semplice e concreta.  

Le lotte per l’indipendenza capitalistica di una etnia (o religione o regione) partono sempre, sono sempre fomentate, organizzate e condotte dai capitalisti. Dai capitalisti chiaramente dell’etnia, regione o zona interessata. Che mirando all’indipendenza ne vedono il proprio interesse e vantaggio affaristico. Normalità nel capitalismo e niente di nuovo. Per cui questi capitalisti bancari, imprenditori, finanza e così via, attraverso i loro sistemi di propaganda, giornali, tv,  intellettuali, politici, preti, ecc. con il banale pretesto di una non meglio specificata “libertà” da raggiungere, fomentano incoraggiano, finanziano e poi armano queste lotte di indipendenza.

Questa è la base reale su cui si muovono questi tipi di conflitti

In pratica è uno scontro tra capitalisti: capitalisti di aree locali che sfruttando il pretesto dell’etnia o della religione o altro, si vogliono staccare, essere indipendenti dai capitalisti nazionali, così da essere liberi nel condurre le loro attività imprenditoriali. Una indipendenza dove, è ovvio, per i lavoratori dipendenti non cambia invece assolutamente nulla, in quanto anche nel nuovo contesto autonomo essi rimangono sempre oppressi e sfruttati, esattamente come lo erano prima.   

E’ quindi su questi obbiettivi borghesi che le masse in questi scontri capitalistici vengono coinvolte, trascinate e infine dalla borghesia locale, una parte di esse anche armate.

Le minoranze armate, anche se alcune di loro (poche) si definiscono “marxiste”, si muovono perciò in questa linea capitalista, coinvolte nella situazione, e spesso, come dimostrato nei loro proclami, non proprio consapevoli dell’obbiettivo borghese.  Quindi lottano non su obbiettivi comunisti, rivoluzionari. Questo è chiaro. 

I trotzkisti, come detto, vedono una possibilità in questi scontri: di inserirsi per trasformarli in lotte rivoluzionarie. Un’utopia, come da sempre noi affermiamo. Che, come dimostrato, non ha mai funzionato e mai funzionerà. Il motivo molto semplice e reale è che la parte di popolazione (armata e no) che si mobilita per l’autonomia sotto influenza borghese, appena raggiunto l’obbiettivo - l’indipendenza capitalistica - seguendo i capitalisti, si ferma, festeggiando lo scopo raggiunto. Pertanto non segue poi la minoranza dei trotzkisti per la continuazione della lotta verso la rivoluzione proletaria. Trotzkisti che fino a quel momento hanno insistentemente fatto lo sbaglio di non affermare e ribadire da subito che il compito dello scontro deve essere la rivoluzione proletaria, e non l’autonomia della regione.

Per cui, a indipendenza raggiunta, la minoranza trotzkista viene, dai nuovi vari governi borghesi appena insediatosi, isolata e in vari modi neutralizzata. In pratica in queste situazioni  i trotzkisti vengono utilizzati dai capitalisti locali, che a scopo raggiunto poi li scaricano. O si potrebbe dire anche l’inverso: ci troviamo di fronte a ingenui e inconsapevoli trotzkisti che aiutano i capitalisti per poi venire eliminati.

E questo è il concreto motivo per cui i trotzkisti nelle loro varie  battaglie per le lotte indipendentistiche non hanno mai raggiunto nulla e poi sono sempre scomparsi.

IL NEMICO E’ IN CASA NOSTRA 

 

Tutt’altro è invece quanto perseguito dai bolscevichi e dagli spartachisti tedeschi nelle loro lotte rivoluzionarie. Sembra proprio che i trotzkisti non abbiano la minima idea di come si prepari una rivoluzione e nel momento rivoluzionario, poi come la si conduca. Sembra a loro totalmente sconosciuto di come i bolscevichi abbiano operato. 

Nella politica rivoluzionaria il nemico principale sono sempre I CAPITALISTI DI CASA NOSTRA, come sempre proclamato da tutti i marxisti.  Da sconfiggere, e portare così i lavoratori al potere. Come inizio di una catena di rivoluzioni, per il raggiungimento alla società senza più economia capitalistica. Così hanno lottato i bolscevichi di Lenin, gli spartachisti di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht e adesso in Italia l’estesa organizzazione leninista Lotta Comunista.

QUESTA è LA CHIARA E CORRETTA POLITICA MARXISTA.

Niente a che fare con lo slogan di attacco ai “governi centrali che opprimono le minoranze” perseguito nelle lotte per l’indipendenza. In cui i capitalisti locali come nemici non vengono neanche mai accennati. 

Da aggiungere poi che la lotta di indipendenza capitalistica produce l’effetto deleterio di dividere profondamente i proletari delle nazioni coinvolte nello scontro, seminando odio tra di loro. L’esatto contrario di quanto si propone la politica comunista, che lottando contro i propri capitalisti ricerca invece risolutamente l’unità di classe dei lavoratori attraverso la costituzione  dell’INTERNAZIONALE.  Proprio su esempio di quanto operato dai bolscevichi di Lenin e dei rivoluzionari tedeschi di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.

Concretamente parlando: nel Curdistan capitalista SONO PROPRIO I CAPITALISTI CURDI IL NEMICO PRINCIPALE IN CASA NOSTRA DA COMBATTERE. Organizzando l’unità tra proletari curdi, turchi,  siriani, iracheni, iraniani, ecc.   

E’ bene ribadirlo: per i capitalisti curdi l’indipendenza del Curdistan è un grosso affare: primo, favorisce notevolmente i loro affari; secondo, con questa lotta aumentano l’odio dei proletari curdi contro gli altri dei paesi circostanti, isolandoli e sfruttandoli ancor di più.

Questa non è assolutamente la politica marxista.

LA LOTTA DEI TROTZKISTI E’ QUINDI COMPLETAMENTE SBAGLIATA. NIENTE A CHE VEDERE  CON LA LOTTA COMUNISTA BOLSCEVICA.


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