IL CALO DEL PREZZO DEL PETROLIO VOLUTO DA TRUMP PER COMBATTERE RUSSIA, IRAN E VENEZUELA

(USA: Trump ringrazia L’Arabia Saudita per la diminuzione del prezzo del petrolio)
(USA: Trump ringrazia L’Arabia Saudita per la diminuzione del prezzo del petrolio)

-SCONTRO TRA BORGHESIE-

 Molte sono le forme con cui le varie borghesie si combattono tra di loro: non solo militare, ma anche economiche e finanziarie.

Per l’imperialismo russo e la borghesia iraniana, dichiarate assieme alla Cina “primo pericolo” dall’Amministrazione Trump, il prezzo del petrolio è un fattore fondamentale per le loro economie, visto che le loro entrate finanziarie dipendono quasi esclusivamente dalla vendita sul mercato internazionale del prezioso liquido. Il rialzo o l’abbassamento del prezzo perciò determina una grande differenza per le loro finanze.

 

 

 

Va da se che, se il prezzo internazionale della sostanza energetica è in mano, in sostanza, ad una solo nazione, come lo detiene nella pratica l’Arabia Saudita con la sua enorme quantità di estrazione annuale di greggio, è chiaro che le borghesie russa, iraniana e venezuelana, sono in balia delle decisioni di questa nazione.

La borghesia petrolifera saudita è da molti decenni stretta e fedele alleata degli Stati Uniti, i quali la sostengono militarmente e economicamente nel suo intento di svolgere un ruolo di potenza geopolitica-militare nella zona del Golfo Persico, contro l’altra potenza regionale che è l’Iran (sostenuta dai russi) e l’Iraq. Senza l’aiuto militare e politico degli Stati Uniti l’Arabia Saudita sarebbe un nulla, e facile preda dei concorrenti.

Quindi per mantenere e sostenere l’alleanza con l’imperialismo americano i dittatori sauditi sono disposti a fare tutto quello che Washington chiede.

In questo interscambio di interessi, nel 1971 gli americani grazie all’aiuto dell’Arabia Saudita hanno potuto siglare il famoso accordo di Bretton Woods, dove da allora il dollaro è stato imposto su tutto il pianeta come unica moneta internazionale alle nazioni per le transazioni e pagamenti del petrolio e delle materie prime, portando enormi vantaggi finanziari all’imperialismo americano.

Nel 2016 su richiesta di Washington è ancora grazie all’Arabia Saudita che il prezzo del greggio crolla a 35 $, dando a Obama la possibilità di piegare l’Iran e il suo patrocinate Russia sull’accordo sul nucleare alle condizioni di Washington.

Adesso è Trump che usa il ribasso del greggio per piegare Russia, Iran e il Venezuela di Maduro.

Il 15 novembre di quest’anno il presidente russo Putin dichiarava a Singapore che, l’allora prezzo del petrolio a 70 dollari era giusto per la Russia e aggiungeva: “Il prezzo attuale è conveniente per noi: vi ricordo che le nostre spese sono calcolate sulla base di un prezzo pari a 40 dollari il barile, e questo ci dà la possibilità di operare con tranquillità e di raggiungere ottimi risultati”(Agenzia Nova – 15 nov. 2018).

 In realtà nel 2016 il crollo del prezzo del greggio a 35 dollari al barile ha portato grossi problemi e danni economici alla Russia. Poichè la forte diminuzione di entrate finanziarie russe conseguenti al forte ribasso aveva scatenato tensioni interne per il calo dei salari e delle pensioni. Inoltre Putin si è trovato con molto meno denaro per finanziare e pagare l’enorme apparato statale russo e per condurre le sue operazioni militari in giro per il mondo.

Trump questo lo sa, e quindi spinge con forza sull’Arabia Saudita perché assieme  all’OPEC si determini ancora il calo del prezzo internazionale del petrolio attraverso l’aumento massimo dell’estrazione del greggio. 

 

(Trump ringrazia l’Arabia Saudita per la diminuzione del prezzo del petrolio)
(Trump ringrazia l’Arabia Saudita per la diminuzione del prezzo del petrolio)

In pubblico Trump spiega alla popolazione americana che esige il calo del petrolio per poter così diminuire le tasse in America, è la solita giustificazione per le masse, che nasconde la verità della vera furibonda lotta tra borghesie internazionali.

All’ultima riunione OPEC di dicembre è noto che Putin assieme all’Iran ha provato, hanno fatto di tutto per convincere i sauditi affinchè non venga aumentata l’estrazione del greggio (che determina poi, come detto, il calo del prezzo internazionale) ma l’Arabia Saudita è stata irremovibile e ha promesso solo una diminuzione di facciata.

Lo scontro tra borghesie-imperialismi sul pianeta per perseguire i propri interessi, com’è chiaro, è implacabile e di fatto inarrestabile. Nel capitalismo non esiste la pace tra i contendenti affaristi alla ricerca del massimo profitto.


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