-I COMUNISTI PROVENGONO DA LONTANO-
IL FILO ROSSO MARXISTA CHE NON SI E’ MAI INTERROTTO COMBATTENDO LO STALINISMO
Non solo Trotskij si opponeva allo stalinismo, ma anche grandi rivoluzionari come l’olandese Anton Pannekoek, gli italiani Amedeo Bordiga e Onorato Damen, il tedesco Paul Mattick e molti altri hanno combattuto sulle barricate rivoluzionarie antistaliniste.
Mentre Stalin rinnegava e manipolava la politica rivoluzionaria (che avrebbe consentito di arrivare alla società superiore) e faceva uccidere più comunisti possibile, sono stati questi grandi comunisti che ergendosi da giganti hanno difeso correttamente le posizioni marxiste.
“Erano anni molto duri”, scrive in quel tempo la loro rivista storica italiana “Prometeo”. Era proprio così. Da una parte dovevano combattere contro la borghesia nelle sue forme di fascismo e democrazia, dall’altra contro la deformazione del comunismo e del marxismo condotta dagli stalinisti al potere in Unione Sovietica che al contempo conducevano una pratica omicida contro i rivoluzionari diffamandoli vigliaccamente come “agenti controrivoluzionari” .
E’ la loro rivista italiana “Prometeo” che documenta tutto questo. Siamo a metà degli anni ’40 nell’immediato dopoguerra, molti rivoluzionari sono già caduti sotto i colpi degli stalinisti. Adesso però si tratta di ricostruire l’organizzazione comunista che possa essere pronta per il prossimo momento rivoluzionario. Ma innanzi tutto bisogna fare chiarezza politica.
Per prima cosa bisogna chiarire (contro quello che con forza veniva allora sostenuto) che il mondo “non è diviso in due”, con un’area capitalista controllata dagli americani e occidentali, e un’area “socialista” controllata dall’URSS staliniana, ma che non esisteva nessuna divisione, ma un solo e unico sistema: il sistema capitalistico che segue la legge del profitto.
Bisogna affermare che in URSS non esiste il “socialismo in un solo paese”, o nessuna “fase transitoria verso il socialismo”, come gli stalinisti affermano, ma che esiste il capitalismo, nella forma del “Capitalismo di Stato”, che sta conducendo addirittura una politica imperialista nelle zone del mondo. Bisogna argomentare come il “capitalismo di Stato” sia lo Stato che svolge la funzione del capitalista attraverso i vari partiti che lo dirigono e l’apparato statale di cui è composto. E che alla pari di un capitalista privato il suo scopo è fare guadagni, fare profitti, battere con le proprie imprese statali la concorrenza delle industrie e delle banche occidentali, aumentare gli armamenti, sfruttare gli operai e dare privilegi alla burocrazia staliniana che lo dirige e si impone.
Bisogna controbattere che Stalin, che continua a definirsi falsamente “comunista” o “marxista”,e definisce tutto il suo operato “socialista” nonostante la politica imperialista che conduce, operi così perché solo con l’inganno di nascondersi dietro
una terminologia pubblica marxista può tenere sotto controllo le masse degli operai, sfruttarli, tenerli in povertà, e anche massacrarli.
Bisogna chiarire che Stalin non è “la continuazione di Lenin” come lui afferma e come nei manifesti delle parate militari accanto a lui pomposamente si mette in mostra, ma è il traditore della politica rivoluzionaria di Marx, di Lenin, e dei bolscevichi tutti, bolscevichi che lui stesso ha fatto assassinare.
Bisogna con forza spiegare che la lotta principale dei comunisti non è contro “il fascismo”(com’era di gran moda allora affermare, visto che si usciva da una situazione di dittatura nazista e fascista) ma contro il capitalismo in tutte le sue forme, cioè anche contro tutte le attuali forme di “repubbliche democratiche” ingannatrici. E naturalmente contro il falso socialismo stalinista.
Chiarire che il parlamento non è lo strumento per l’elezione dei delegati proletari, ma l’inganno per tener sotto controllo con il voto le masse sfruttate e sviarle dalle lotte. Optando quindi come marxisti per una posizione politica di astensionismo (il non votare) verso il parlamento.
Erano posizioni molto controcorrente, uniche e realiste, che per sostenerle allora necessitavano di una forza e un lavoro estremamente duro, ma necessario. Lavoro duro come lo era stato a suo tempo quello di Marx ed Engels con i socialdemocratici tedeschi rivoluzionari prima, e quello di Lenin e suoi bolscevichi poi.
E’ grazie a questi giganti del marxismo – Pannekoek, Bordiga, Damen, Mattick - che hanno saputo tener salde queste posizioni, che successivamente diversi partiti veramente rivoluzionari marxisti hanno potuto svilupparsi. E che rivoluzionari come Cervetto fondatore in Italia dell’oggi enorme organizzazione Lotta Comunista hanno potuto impostare la loro politica rivoluzionaria e espandere un partito di importanza notevole.
Oggi queste posizioni sono anche le nostre salde posizioni, che continuano ad indicarci la via maestra corretta. Lo stalinismo oggi ha perso notevolmente la sua virulenza nel mondo, ma altre ideologie “democratiche” o “populiste” si sono sviluppate e lo hanno sostituito per la conservazione del sistema capitalistico e contro la società superiore. A noi quindi il compito di procedere nel segno del marxismo e della rivoluzione.
Claudio Piccoli