Il ruolo dei partiti populisti opportunisti di protesta è far si che il malcontento causato dai capitalisti non finisca nelle organizzazioni rivoluzionarie
o nelle rivolte.
E’ proprio tipico dei populisti gridare e promettere di tutto per vincere le elezioni? Certamente.
Ma non succede quasi mai che mantengano poi tutto quello che hanno promesso. Spesso anche nulla di quanto gridato in campagna elettorale. E’ destino di tutti quelli che sperano in queste promesse elettorali populiste rimaner delusi.
I ribelli populisti non sono rivoluzionari che vogliono un altro mondo, sono opportunisti e demagoghi, perciò al di la dei proclami protestatari si sottomettono e adattano sempre al sistema. Sono i fatti storici di sempre che parlano così. I populisti illudono, anche loro sono parte integrante del sistema.
Perciò la domanda: possono i ribelli parlamentari essere autonomi dai padroni borghesi? Anche qui la risposta non può che essere: no, certo che no. E’ tutta magia, abbaglio ciò che dichiarano.
Quando si parla dei partiti opportunisti, il giovane, il proletario, deve sempre tener presente che le dirigenze di questi gruppi di contestazione sanno perfettamente quando impostano le loro campagne elettorali che se vincono le elezioni devono poi fare i conti con i capitalisti dominanti. I quali hanno mille sistemi a loro disposizione per costringere i “ribelli” ad obbedire al loro volere. Quindi per il proletariato i partiti populisti e i partiti parlamentari in tutte le loro salse politiche e sfumature non servono assolutamente a nulla per ottenere miglioramenti o per difendere le condizioni di vita. I lavoratori, i giovani devono lottare per ottenere qualcosa, com’è sempre stato nella storia, non hanno scelta.
Esempi di casi di populisti fallimentari improvvisatisi “sovversivi” o “rivoluzionari” ma che arrivati al governo sono diventati “obbedienti” al sistema? Ma assolutamente tanti. Possiamo riportare Walesa in Polonia, Syriza in Grecia, Rifondazione Comunista in Italia, i Grünen in Germania, Chàvez e Maduro in Venezuela, Lula in Brasile, solo per citare i più noti.
E gli esempi sopra citati hanno sempre dimostrato che al di la delle parole, nella pratica ai populisti gli interessi dei lavoratori non interessano, assolutamente, anche se hanno inveito contro i padroni, usato la terminologia proletaria, il linguaggio operaio, gli improperi contro il governo. Era tutta una finta.
Perciò è destino anche per l’attuale governo protestatario italiano del Movimento 5 Stelle e Lega non poter sfuggire alla propria sorte.
Hanno promesso molto In campagna elettorale. Nella sceneggiata durante il voto hanno inveito contro il sistema e degradato i politici. Ma adesso sono loro al governo. E naturalmente adesso tutto è cambiato. Nello scontro con i padroni dominanti, ora, per questi calcolatori opportunisti (o spericolati avventurieri politici), il problema diventa arrivare ad un compromesso con la UE e capire cosa può essere loro concesso da poter vendere ai lavoratori come “vittoria”.
Ed è qui, in sede Bruxelles, che è avvenuta poi la seconda sceneggiata: hanno fatto finta di scontrarsi con i banchieri e gli industriali, ossia i temuti “poteri forti”, per cercare di convincere i politici del vertice europeo “corrotto” di concedere loro almeno alcune delle cose di facciata promesse in campagna elettorale. Una tragicommedia classica che ancora una volta si è ripetuta.
A detta delle riviste specializzate, da parte dei vertici europei aver concesso al governo populista italiano il “reddito di cittadinanza” e (in parte) “la modifica della legge Fornero” è stato solo un “calcolo politico”, in quanto, in vista delle imminenti elezioni europee del maggio 2019, rifiutare al governo “ribelle” italiano anche queste due loro richieste basilari, avrebbe causato tra il governo italiano stesso e la troika europea uno scontro di notevoli proporzioni, e ciò, nel calcolo politico UE, non avrebbe giovato all’esito delle imminenti elezioni europee. Per il fatto che, le masse europee allora avvilite per il rifiuto, si sarebbero rivolte a partiti ancor più radicali per risolvere i loro problemi, incrementando ancor più i partiti populisti protestatari europei, e questo avrebbe probabilmente significato nel futuro per i ricchi capitalisti europei, complicarsi ancor più i problemi, anzichè affievolirli.