POPULISMO: SINONIMO DI ‘PROTESTA’
E’ LA REAZIONE SUL CONTINENTE ALLE MISURE PEGGIORATIVE
E ALLA POLITICA DI AUSTERITA’ DELL’UNIONE EUROPEA
CONTRO I LAVORATORI.
Sono le masse salariate nei vari stati dell’Unione che colpite dagli innumerevoli peggioramenti sul tenore di vita cercano, a volte anche disperatamente, un rimedio, una difesa. L’attuale malcontento sociale è quindi la protesta contro l’establishment economico europeo, contro i partiti governativi “del sistema”. E’ una protesta che, non più appoggiandosi alla sinistra come accaduto nel passato, assume oggi molteplici forme, anche nella sbagliata e ripugnante forma razzista.
E’ APPUNTO QUESTO ENORME E VARIEGATO MOVIMENTO PROTESTATARIO EUROPEO CHE OGGI VIENE DEFINITO “POPULISMO”. |
Perché sono le fandonie diffuse dai governi e dai media che i soldi non ci siano e che esisti sempre una situazione di eterna crisi e austerità che cozza contro la realtà. Una realtà dove invece le grandi banche e imprese europee denunciano profitti astronomici e diventa perciò sempre più chiaro alle masse lavoratrici (ma forse anche ad un bambino) che i soldi e le finanze prodotte dai lavoratori finiscono nelle tasche dei ricchi possidenti. Un’ingiustizia intollerabile.
Sono i capitalisti che nel perverso sistema borghese non si accontentano mai. Pur essendo ricchi a dismisura pretendono sempre più soldi per battere la concorrenza - che adesso significa tener testa ai capitalisti cinesi emergenti che guadagnano più di loro. Quindi i banchieri, gli impresari, i borghesi europei tolgono i soldi dalle tasche dei lavoratori per aumentare i loro già enormi profitti. Può sembrare un paradosso, ma è così (esattamente come si grida oggi in Francia nelle proteste).
E LE ELEZIONI EUROPEE hanno ora registrato la reazione parlamentare di questo malcontento, insoddisfazione.
MOVIMENTO DI PROTESTA PASSEGGERO?
Molti politici e giornalisti vedono (o forse è meglio dire: sperano) che questo enorme movimento di opposizione sia un fattore temporaneo, una reazione del momento. Noi marxisti non siamo di questo parere. Anzi, tutt’altro! Pensiamo invece che più le misure di austerità portate dai governi nazionali, ma guidati e pilotati dalla grande finanza e imprenditoria UE, faranno sentire i loro effetti svantaggiosi sui lavoratori (più tasse, più
lavoro precario giovanile, abbassamento salariale e pensioni, tagli sociali, ecc. e sicuramente ne verranno introdotti altri), più aumenterà l’insoddisfazione, la rabbia sociale nelle varie nazioni. Quindi a nostro avviso siamo solo all’inizio di questo grande scontro sociale iniziato “ufficialmente” con la “crisi” della Grecia nel 2011, proseguita poi con la Brexit, e avanti fino ad adesso. Perché l’emergere del gigante imperialista Cina metterà sempre più sotto pressione di concorrenza (non solo l’America) ma anche le grandi banche e grandi industrie multinazionali europee, le quali a loro volta (come sempre accade nella deplorevole logica capitalista) cercheranno di far pagare i loro problemi di concorrenza ai proletariati, ai giovani e agli anziani europei, attaccandoli con continui inasprimenti e aggravamenti sulle condizioni di vita e di lavoro. Questo è il futuro che noi, attraverso l’analisi marxista, vediamo. E la risposta dei salariati non potrà appunto che essere: “una rabbia dilagante”, come titola sopra il giornale “Huffpost ”.
COME DIFENDERSI.
Non saranno certo i partiti populisti opportunisti a fermare l’imprenditoria europea che si scaglia contro le masse lavoratrici. Sicuramente no. I partiti populisti di protesta parlamentare deluderanno, come sempre successo. L’esperienza dei fatti parla chiaro. Saranno invece le grandi lotte sindacali, i grandi scioperi, non a livello nazionale questa volta, ma a livello unitario europeo che potranno aver la forza, la potenza di fermare la politica dei sacrifici e di austerità UE. Anche qui l’esperienza insegna, gli scioperi hanno sempre portato miglioramenti, i parlamenti si sono poi incaricati di toglierli.