Hanno la tendenza i populisti a risolvere con facilità problemi che invece sono molto complicati, come i politici accusano? Sanno parlare facile e imprecare contro i governi ma non certo risolvere i problemi? Bisogna fare attenzione che anche Hitler ha cominciato con il populismo, con i proclami di più ordine, maggior sicurezza, ecc. e guarda poi dov’è arrivato? Se la prendono con gli immigrati solo per scopi elettorali per andare al potere? Sono politici assetati di potere che sanno parlare bene alla gente, ma poi razzolano male?
Gli euroscettici populisti sono certamente un po’ di tutto questo. Bisogna però subito precisare che i partiti protestatari populisti nelle varie forme di sx, centro o dx (o mix) sono sempre esistiti, che erano presenti e contestavano anche nei decenni scorsi in Europa, molto prima che emergessero prepotentemente in queste elezioni, e hanno sempre criticato aspramente il sistema, così come fanno adesso. Perché allora esplodono proprio ora?
Entrano in scena adesso perché è adesso che vi una realtà profondamente diversa da quella del passato. Perché è in questi ultimi anni che l’Europa colpisce duramente il tenore di vita dei salariati e della piccola borghesia e il populista arrabbiato rappresenta la protesta dura, l’onda montante contestataria contro l’Unione Europea. Con le aspre proteste in Francia, quelle in Grecia e Italia, e adesso con il forte avanzamento nelle elezioni europee, il populismo segnala il malcontento crescente che si sta espandendo sul continente. Registra non solo il ripugnante aspetto razzista, la paura e l’ostilità verso gli immigrati, che noi marxisti con determinazione e forza rifiutiamo e combattiamo, ma che la sua vera natura e base di partenza si trova senz’altro nell’opposizione alle misure di austerità e sacrifici che colpiscono le famiglie, i lavoratori, i giovani. E’ una realtà che prima poi senz’altro sarebbe esplosa. (Non è che i ricchi capitalisti possono pensare di colpire e deteriorare le condizioni di vita e di lavoro di masse intere di popolazioni sfruttate senza che queste reagiscano!)
Era quindi nell’aria. Tutte le previsioni e i sondaggi davano che in questa tornata elettorale europea gli euroscettici ne sarebbero usciti in forte crescita. E così è stato. Com’era previsto (escludendo i britannici) sono gli euroscettici-razzisti italiani di Salvini e i francesi della Le Pen che hanno avuto il boom. Ma anche Orban in Ungheria ha raccolto preferenze astronomiche. Il loro risultato uscito dalle urne ha sorpreso tutti. Anche in questa tornata il forte aumento dell’affluenza ha favorito i partiti protestatari. Lo avevamo già notato nel referendum per la Brexit in Gran Bretagna nel 2016 e elezioni politiche del 2018 in Italia, dove l’aumento della partecipazione ha fatto vincere i populisti. In pratica i milioni di voti che sono arrivati da chi prima per delusione si asteneva sono finiti tutti nei partiti di protesta, soprattutto di dx razzisti.
Adesso i commenti dei media tedeschi è di minimizzare l’exploit degli euroscettici in Europa, mentre negli altri paesi europei, soprattutto Italia e Francia, ne viene dato
invece grande risalto. Nei dibattiti televisivi i politici adesso fan finta di esserne stupiti, amareggiati. Sapendo perfettamente in verità già da tempo da dove queste proteste provengono e quali ne sono le cause per cui emergono. Sono amareggiati perchè adesso saranno i populisti a prendere il loro posto nei vertici della politica, nei ministeri, nei posti chiave dove girano le montagne di soldi.
E ora che gli euroscettici sono aumentati visibilmente con le loro schiere a Strasburgo molti lavoratori si aspettano grandi cose da loro, cose promesse in campagna elettorale. Noi marxisti siamo invece sicuri che al di la delle tante belle critiche al sistema corrotto e sprecone questi finti ribelli si assoggetteranno e adatteranno alla politica come i loro predecessori. Sarà tanto fumo ma niente arrosto (come sempre). Appunto: vogliono solo accedere alle poltrone che prima erano dei politici al governo. E noi siamo e saremo in prima fila contro di loro (e i loro amici padroni). Non solo per ostacolare il disgustoso razzismo che diffondono, ma per difendere gli interessi della classe lavoratrice, rafforzare il sindacato, intensificare la lotta di piazza e sindacale.
Per il marxismo le elezioni servono solo per registrare lo stato d’animo delle masse, ma non portano mai, come detto, un risultato pratico per i salariati, i giovani. Anzi, sarebbe meglio dire, che un vantaggio pratico le elezioni lo portano: PER I PADRONI! E’ a tutti noto (o viene percepito) che i governi di tutti i colori manovrano e legiferano sempre, con varie scuse e pretesti, per attaccare le condizioni dei lavoratori. Ma mai dei ricchi borghesi!
Come da sempre ripetiamo, il voto parlamentare, nell’intenzione della borghesia che l’ha inventato, deve servire allo scopo di dare una speranza facile, un’illusione semplice ai lavoratori, che sono sotto sfruttamento quotidiano. Ma il voto soprattutto, deve servire per distogliere i lavoratori dall’unico mezzo che può portar loro benefici: la lotta, gli scioperi, che hanno sempre dato vantaggi alle masse lavoratrici. E i partiti populisti di protesta (di dx, centro o sx) devono svolgere proprio questo ruolo: smorzare le proteste con il voto. E soprattutto che non confluiscano nelle organizzazioni marxiste rivoluzionarie.
La nostra lotta quindi è smascherarli e lottare contro lo sfruttamento con la classe proletaria.