INTERESSANTE ARTICOLO DEL GRUPPO MARXISTA ‘G.I.S.’ SULL’ORIENTAMENTO POLITICO DEI GIOVANI
Con il titolo “Le statalizzazioni non sono socialismo!“ l’articolo scritto dal gruppo GIS (“Gruppe Internationaler SizialistInnen” – in Italia “Battaglia Comunista”), si approfondisce l’analisi sul comportamento politico dei giovani in America e in Europa.
L’autore riporta come le ricerche fatte nei vari paesi evidenzino che “il 51% degli americani in età tra i 18-29 anni hanno una immagine positiva del socialismo”. A riguardo invece dei paesi europei prosegue: “Quasi un terzo dei votanti francesi sotto i 25 anni hanno votato per i candidati radicali di sinistra (si intende per Jean-Luc Mèlenchon). In Gran Bretagna il Post-Blair Labour Party ha aggiunto per Jeremy Corbyn un sostegno di 540.000 nuovi aderenti, più di tutti gli altri partiti registrati messi assieme”.
I dati sono sorprendenti e ciò che emerge è veramente interessante per noi marxisti. In sostanza la ricerca indica che la maggioranza dei giovani nei vari paesi europei e in America non segue, come potrebbe sembrare, la politica razzista xenofoba del resto della popolazione, ma che il suo orientamento politico è radicalizzato a sinistra, contro le disfunzioni del capitalismo così espresse nell’articolo: “una continua riduzione delle entrate economiche della classe lavoratrice, (…) [mentre] per i ricchi [avviene] una riduzione delle tasse, (…) i giovani si accorgono che questo sistema puzza e che la presunta economia democratica capitalista è tutta al servizio degli interessi dei pochi”.
Quindi i giovani in generale, non sono sensibili alle campagne mediatiche contro gli immigrati, ma si sentono figli del mondo e fraternizzano istintivamente con i nuovi arrivati. E i problemi sociali per i giovani risiedono più nella ingiusta società capitalista che all’arrivo degli immigrati.
L’analista del GIS mette però giustamente sull’avviso che i giovani di sinistra che protestano e lottano possono cadere in molte trappole politiche che la borghesia pone. La più pericolosa e diffusa di queste tra i giovani protestatari è pensare che le “statalizzazioni” possano essere una soluzione alle problematiche capitalistiche ed essere una “via al socialismo”.
L’analista del GIS chiarisce innanzitutto che “Marx non ha mai argomentato per un capitalismo più giusto”, cioè che Marx non ha mai asserito possa esistere un “capitalismo giusto e equilibrato” e non ha mai sostenuto che il capitalismo può essere riformato e migliorato gradualmente. Anzi l’analisi di Marx dice tutto il contrario: Marx si è sempre espresso affermando che il caotico capitalismo o lo si cambia completamente abbattendolo, oppure continuerà il suo percorso indisturbato di disfunzioni, problematiche e disastri, trascinando con se come sempre tutta la società.
E correttamente l’articolista del GIS aggiunge che per Marx l’umanità può trovare la sua pace solo in una società dove “ognuno produce secondo le sue capacità e ognuno riceve secondo i suoi bisogni”. Solo in una tale società le disfunzioni potranno sparire e non certo favorendo le statalizzazioni del sistema capitalista, dove in sostanza tutto rimane come prima.
Secondo e importante punto dell’articolo: è l’esperienza di due secoli passati di capitalismo che confermano ed insegnano che le statalizzazioni non hanno mai portato al socialismo, ma che anzi le statalizzazioni hanno prodotto il mostro dello stalinismo con tutte le sue conseguenze nefaste.
Quindi i giovani europei e americani che si affacciano oggi sulla scena politica piena di trabocchetti e inganni, devono stare attenti, non farsi coinvolgere, devono far tesoro sia dell’analisi di Marx che dell’esperienza storica, che conferma inequivocabilmente l’analisi realista marxista.
Su queste posizioni noi non possiamo altro che avvalorare la positività d’analisi dei marxisti del GIS. I capitalisti usano molte trappole, diversivi, per neutralizzare le giuste aspirazioni di equità e giustizia sociale dei giovani. I borghesi hanno mille metodi per far si che il sistema prosegua sulla strada controversa e perversa del profitto.
La chiara e realistica conoscenza sociale deve perciò essere portata ai giovani, così da evitare che cadano nelle sabbie mobili politiche borghesi di questa società ingiusta.