PERCHE’ IL CROLLO SPD? COSA SUCCEDE AL PARTITO FINTO AMICO DEI LAVORATORI?

 

AGONIA E CRISI INGLORIOSA SENZA FINE

PER IL PARTITO OPPORTUNISTA SOCIALDEMOCRATICO.

 

PERCHE’ OPPORTUNISTA? In politica si definisce opportunista un partito che si definisce in una certa maniera, ma poi fa tutto il contrario. Nel nostro caso, l’SPD si definisce  “partito dei lavoratori”, ma nella pratica legifera e opera costantemente contro di essi e si pone chiaramente al servizio della borghesia. Questo tipo di partiti vengono chiamati anche “falsi amici” e sono i più pericolosi per la classe lavoratrice,   che in un certo senso si “fida” di loro.

L’SPD perde costantemente consenso tra i salariati anche se ipocritamente continua a autoproclamarsi di sinistra e dalla parte degli interessi della classe lavoratrice. Non può però nascondere che nella realtà è più che evidente che ne opera in maniera a questa sfavorevole.

E’ complice con la CDU-CSU di Angela Merkel, con la quale condivide tutte le manovre di governo di Grande Coalizione dei continui attacchi contro i lavoratori e allo stato sociale, e delle promesse non mantenute, di essere la mano lunga in Germania del Capitale Europeo, con le sue leggi drastiche anti lavoratori.

Mentre in tutti i paesi europei la protesta contro l’Unione Europea monta, l’SPD ne difende invece gli interessi e le leggi. Si potrebbe addirittura dire che, ormai anche nelle enunciazioni politiche del governo, se si chiude gli occhi, è quasi impossibile distinguere se provengono da politici della CDU-CSU o della SPD, per quanto siano uguali e indistinguibili nei contenuti.

Perciò lo scontento dei lavoratori verso l’SPD monta inevitabilmente e la delusione sale. Il tutto viene registrato dalle preferenze di voto, che da un massimo del 40% nel 2012 progressivamente (come documentato dal grafico) sono crollate ad un 15% nelle ultime elezioni europee.

 

 

Quindi come sempre accade in tutti i partiti in queste situazioni di disastro, anche l’SPD è entrata in una crisi di fibrillazione che sembra non finire mai. Con la leader del partito Andreas Nahles, che sotto accusa e ritenuta responsabile del crollo, ha dovuto affrettarsi a dare le dimissioni per le fortissime critiche. Adesso, nel momento in cui 

scriviamo, è un triunvirato di tre dirigenti, Stephan Weil, Manuela Schwesig e Malu Dreyer, che gestisce la transizione del partito. Ne seguiremo certamente gli sviluppi.  

Una parte dei militanti SPD accusa il motivo del crollo con il fatto che i leaders del partito hanno voluto, per la terza volta, costituire un governo di Grande Coalizione con la CDU-CSU. Per questo motivo, in particolare quest’ultimo governo di collaborazione con la Merkel, sostengono i critici, i lavoratori sostenitori dell’SPD (che sono la maggioranza di chi la vota) l’avrebbero interpretato come l’ennesima complicità, l’ennesimo cedimento e connivenza verso l’establishment borghese, che così delusi sarebbero passati a votare altri partiti. Per questi militanti critici sarebbe stato meglio se l’SPD questa volta fosse rimasta all’opposizione. 

 

NOI INVECE DIAMO UN’ALTRA SPIEGAZIONE DEL CROLLO.  

Noi partiamo dal fatto che l’onda lunga del voto populista protestatario contro la UE stia ormai investendo tutta l’Europa, Germania compresa. E’ un’onda di protesta contro tutti i partiti governativi che sostengono l’austerità dell’Unione Europea e che sta invece favorendo i partiti populisti di destra per lo più razzisti (in Italia, Francia, Gran Bretagna, Austria, Grecia, ecc.), razzismo che noi marxisti combattiamo attivamente. Diversamente dagli altri paesi, in Germania quest’onda, oltre a favorire l’AfD, stranamente sta avvantaggiando clamorosamente il partito dei Verdi, che dagli ultimi sondaggi sembra abbia addirittura superato con un 27% di preferenze la CDU-CSU di Angela Merkel, che scende a un 26%. Per cui siamo di fronte a un onda di sfiducia, di malcontento, che sta penalizzando tutti i partiti governativi filo UE, indistintamente di centro o  sinistra, SPD quindi compresa. 

Per questo motivo di insoddisfazione generale riteniamo che, anche se l’SPD si fosse posta comunque all’opposizione rifiutando di entrare nel governo, la fuoriuscita di voti dal partito ci sarebbe stata lo stesso. Forse meno accentuata come l’attuale crollo, ma il trend sarebbe stato certamente negativo (esattamente come sta succedendo alla CDU-CSU di Merkel). 

Ormai l’SPD non gode più la fiducia della masse salariate, che per diversi decenni l’hanno sostenuta e votata. Adesso si sentono prese in giro da questo partito (precisiamo: non è che gli altri partiti siano diversi dall’opportunista SPD), ma l’era della logorata e compromessa SPD sembra proprio avviata al tramonto definitivo.

Adesso arriveranno altri partiti della borghesia a prendersi gioco dei lavoratori.


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