E’ TRUMP CHE VUOLE IMPORRE AGLI EUROPEI GLI INTERESSI AMERICANI
Il governo tedesco è sconvolto, non è mai stato così sotto attacco americano dalla fine della seconda guerra mondiale.
Con l’avvento del presidente Trump tutti i rapporti politici tra le due potenze, americana e tedesca, si sono deteriorati. Trump vuole imporre a tutti i costi ai governi occidentali la sua politica estera, questo vale, soprattutto, per il governo tedesco: “Mi daranno quello che voglio!” tuona serio il presidente americano il 20 agosto alla vigilia del G7 a Biarritz in Francia, “basta tassare le loro automobili”, (intende naturalmente in America) “… ci vendono milioni di Mercedes, milioni di Bmw …” prosegue spavaldo il presidente.
Trump come capo del governo americano e quindi come rappresentante e fautore dei grandi interessi delle multinazionali Usa, si dichiara molto soddisfatto del suo operato: “Mi darei un 10” ha esclamato in diverse occasioni, riferendosi a come dirige il suo programma politico di attacco su larga scala mondiale.
Per capire l’attuale situazione bisogna però ritornare al lontano 1945, quando gli Stati Uniti vincendo la 2° guerra mondiale hanno imposto da allora, sia sul fronte occidentale che su quello asiatico, la propria superiorità su tutto il pianeta. Ora, dopo più di 70 anni da quell’evento, è il gigante imperialista cinese diventato oggi una grande potenza economica a mettere in discussione la supremazia americana.
Ma la borghesia Usa è cosciente, per potente che sia, che da sola non può contrastare il nascente e altrettanto possente gigante capitalistico asiatico. Ha bisogno di alleati, ha bisogno di un forte schieramento di borghesie che lo sostengano, così che tutte assieme, unite, siano in grado di isolare e frenare il gigante asiatico concorrente. Perché alla fine è questo il fine ultimo del presidente Trump quando grida: “Mi daranno quello che voglio!”. Ossia: gli europei dovranno seguire gli americani, ed assieme frenare il dragone cinese e suoi alleati russi, iraniani, venezuelani, e forse anche indiani.
E quando (sempre al G7) dichiara: “ma noi abbiamo tutte le carte … basta tassare le loro automobili [in America – ndr]” intende che è questo il potente ricatto che il presidente vuole usare per costringere i governi del continente europeo, in particolare la Germania, a sottostare alla sua politica.
Ovviamente la Grosse Koalition, ossia il governo della borghesia tedesca che intrattiene grossi affari con russi e cinesi (ma anche con l’Iran) vive male, ma proprio male questa imposizione. Non può che essere altrimenti. E cerca di opporvisi in tutti i modi. Quindi nella forte tensione che ne scaturisce sono i rapporti tra i due governi che si stanno deteriorando come non mai. “Stiamo vivendo una crisi che non ho mai ritenuto possibile” titola la rivista “Der Spiegel” il 16 agosto, riferendosi ai pessimi rapporti tra la cancelliera Merkel e Trump. Sicuramente è così. Ogni borghesia pretende essere indipendente nelle sue scelte di interessi, e questo vale, soprattutto, anche per la potente borghesia teutonica, che è la più imponente in Europa.
Però il presidente Trump non molla e sicuramente nel futuro non mollerà. Nell’ascesa del gigante cinese vede un pericolo troppo grande, troppo pericoloso per gli interessi dei grandi gruppi imperialisti americani. Perciò, come sempre accade in queste situazioni storiche, va all’attacco senza pensarci due volte. Il futuro perciò vedrà la borghesia tedesca che si dovrà rassegnare (questo lo sa bene) alle continue pressioni americane (mentre dal canto suo la stessa borghesia tedesca impone alle altre borghesie europee la sua politica imperialista).
Quello che sta succedendo in realtà è uno scontro interimperialistico che ha sempre contrassegnato la storia delle nazioni capitaliste. Nel mondo della concorrenza capitalistica, è noto, non può esistere la pace.