- IL PERENNE SCONTRO TRA BORGHESIE-
UNA LOTTA TRA POTENZE IMPERIALISTICHE
CHE COME SEMPRE COINVOLGONO LE POPOLAZIONI
Se si osserva, ogni qualvolta Trump attacca con sanzioni, ritorsioni, ricatti, la nazione borghese Iran pretende sempre (come ancora una volta titola il “Tagesschau” del 24 giugno) che anche gli alleati occidentali degli Usa lo seguano nelle ritorsioni.
E’ stato così da quando nel 2017 Trump ha disdetto l’accordo sul nucleare con l’Iran, siglato precedentemente da Obama. E’ stato da allora che il presidente ha preteso che anche le borghesie europee rompessero i legami economici con il paese del Golfo, costringendole a seguirlo nelle dure sanzioni contro Teheran da lui imposte, obbligando le aziende europee e giapponesi a non intraprendere più affari con il paese persiano (articolo “Der kommunistische Kampf” n° 27, ottobre 2018). Ricattando le aziende europee come Siemens, Daimler Benz, ecc. nel caso non si fossero adeguate e sottoposte al diktat americano, il presidente Usa avrebbe super tassato i grandi e numerosi affari che queste aziende conducono in America.
Anche quando Trump ha attaccato con il pretesto dello “spionaggio” il colosso cinese delle comunicazioni Huawei ha preteso con forza che gli europei lo seguissero nel rifiutare di accettare di impostare in Europa la nuova rete 5 G della multinazionale cinese (attacco a cui ora Trump sembra aver rinunciato).
Stessa situazione la troviamo con le sanzioni contro la Russia volute da Trump, dove anche qui il presidente pretende che le borghesie europee si uniscano e lo seguano nello scontro.
Se all’inizio, dopo la sua elezione, il comportamento aggressivo di Trump appariva estroverso e confuso nei suoi intenti, ora invece è diventato chiaro che la sua politica risoluta e prepotente fa parte di un piano ben preciso, con vari pretesti, per arrivare a dividere lo schieramento delle nazioni (borghesi) occidentali dagli emergenti imperialismi cinese e russo e loro alleati.
Perché Cina, Russia, Iran, e Venezuela (e forse anche l’oscillante India) appartengono ad un gruppo di nazioni capitaliste in netta opposizione e concorrenza a quello occidentale guidato dagli Stati Uniti. Nazioni emergenti di opposizione che si sono prefisse lo scopo di sfidare i capitalisti occidentali (e soprattutto gli americani) sul mercato internazionale. L’intento di Trump quindi è, come reazione a questo “pericolo” di competizione avverso, voler creare una forte divisione, un blocco, un solco netto dei paesi filo americani contro le borghesie emergenti sfidanti. Un blocco occidentale non solo politico-militare (i paesi occidentali aderiscono tutti alla Nato, l’organismo militare guidato dagli Usa) ma anche economico-finanziario.
Perché molte borghesie occidentali intrattengono contemporaneamente anche molti affari reciproci con le nazioni dello schieramento opposto, diretto appunto da Cina e Russia. Ora il presidente americano tenta di ridurre al minimo questi rapporti tra i due schieramenti.
E dal suo comportamento si capisce palesemente come l’obbiettivo principale di Trump sia proprio la ricca Germania, l’imperialismo tedesco - come da tempo scriviamo. Trump vuole ridurre al minimo l’interscambio commercial-finanziario che l’imprenditoria
tedesca ha con la Russia, cioè con il capitalismo russo (es. il Nord Stream 2) così da arrivare ad allentare gli ottimi rapporti politici che i due paesi intrattengono e che spesso frenano, sono ostacolo e rovinano le aggressive politiche americane contro il concorrente “nemico” russo.
Se questo è il vero intento dell’aggressiva politica del bellicoso presidente americano come rappresentante degli interessi delle potenti multinazionali USA (e non certo dei lavoratori) nell’eterna lotta tra colossi capitalisti per rubarsi a vicenda fette di mercato internazionale, alla popolazione, alle masse proletarie, ovviamente come sempre il vero motivo dello scontro viene nascosto e vengono inventati dai media e dai politici pretesti “umanitari” per coprire e nascondere gli orrori e le nefandezze che il sistema capitalistico produce. Cinici e falsi pretesti che possano colpire il cuore e la sensibilità delle persone per apparire credibili, benevoli, così da ricevere il consenso popolare e poter condurre senza grosse contestazioni di popolo la spregevole lotta intercapitalista. Ed ecco che Trump nel suo blog twitta che l’attacco USA contro l’Iran è per la “nobile” causa di combattere il terribile “terrorismo internazionale” di cui, secondo il presidente, la borghesia iraniana ne sarebbe il maggior sponsor e sostenitore. Oppure porta la scusa che l’Iran starebbe “segretamente continuando a costruire armi nucleari”, o, altro pretesto ancora, che il piccolo paese del Golfo vorrebbe “destabilizzare” il mondo intero, e cose del genere.
E’ sorta anche un’altra buffa interpretazione portata da alcuni media americani (“Washington Post”) secondo cui Trump attaccherebbe l’Iran con sanzioni economiche molto dure e minacce varie, ma poi mai militarmente, per creare “confusione” così da tenere costantemente “sotto pressione” l’ostile borghesia iraniana. Anche questa un’altra ridicola motivazione. Come banale e assolutamente incompetente è la tesi che il suo comportamento sia basato per soli scopi elettorali.
Come detto, è chiaro, i governi borghesi non possono divulgare le spregevoli verità capitalistiche alle enormi masse già duramente sfruttate e costantemente sotto pressione per i continui sacrifici a loro imposti. È proprio compito dei media e dei politici al loro servizio inventare qualcosa di “nobile” e “umanitario” per giustificare le orrende e nefande azioni dei banchieri e degli imprenditori che attraverso i governi manovrano gli eserciti nazionali e sconvolgono il mondo,. Oggi per esempio, è di moda motivare ogni scontro, come detto, con “la lotta contro il terrorismo”, ma ieri si sono giustificate le guerre per “salvaguardare la pace”, altre guerre per “portarvi la democrazia” e così via. Menzogne e imbrogli continui.
E’ compito dei marxisti smascherare i capitalisti e i loro servi e complici politici. Ed è compito dei marxisti guidare le masse proletarie alla società superiore, quando il momento giusto si presenterà.