ANCHE IN CILE LOTTA DI CLASSE DURA CONTRO L’AUSTERITA’, IMPOSTA dal Fondo Monetario Internazionale

PROTESTE - SCONTRI - SCIOPERI

 

 In Cile è il Fondo Monetario Internazionale (FMI) a dettar legge.

Impone direttive di ferrea austerità economico-sociale.

Il governo, gli imprenditori e le banche cilene hanno chiesto grossi prestiti a questo istituto bancario internazionale, il quale come garanzia per la restituzione del denaro prestato, come successo in passato in Grecia, in Italia e in molti altri paesi ancora, detta regole economiche, politiche e sociali nazionali che devono essere rispettate se i capitalisti vogliono avere i crediti richiesti. 

In sostanza ciò che questo istituto bancario sovranazionale è sua prassi richiedere ai governi è che siano le masse lavoratrici (nel caso cileno: i lavoratori dipendenti e i contadini), messe sotto ferrea austerità, a pagare le rate di restituzione.

Chiarendo meglio, il meccanismo affaristico di prestito del FMI funziona che i capitalisti cileni ricevono dal FMI crediti enormi che poi usano per i loro affari e interessi. Il governo si incarica poi, risparmiando soldi attraverso una dura austerità, con duri sacrifici sociali e ferree rinunce imposti alla popolazione lavoratrice, di restituire questi prestiti.

Sembra un’assurdità, un paradosso, ma anche questa è una delle contraddizioni perverse dell’OPPRESSIVO sistema capitalistico:

I CAPITALISTI RICEVONO, I LAVORATORI PAGANO.

Quindi da molto tempo le masse lavoratrici cilene sono sotto forte tensione per un’austerità dispotica che colpisce le famiglie, con stipendi che non permettono un tenore di vita decente, infierisce sul sistema pensionistico già di per se stesso insufficiente, sgretola il settore sanitario ormai non più aggiornato, impoverisce l’istruzione senza quasi più personale, e così via in tutti i settori. A questo bisogna aggiungere una elevata tassazione nazionale.

L’evidenza ci dice quindi che in Cile si sono accumulati tutti gli elementi deflagranti perchè la situazione sociale diventi esplosiva (cosa però agli occhi dei gruppi capitalistici dominanti e dei politici a loro asserviti, del tutto indifferente e irrilevante).  

 

LA RIBELLIONE.

Quindi l’esplosione. In ottobre a creare il motivo dell’improvviso inizio di un’enormità di scioperi spontanei è stata la classica goccia: l’aumento dei biglietti dei servizi pubblici per gli studenti. Questi hanno reagito protestando duramente, innescando una catena di moltitudine di proteste e scioperi spontanei violenti che hanno sconvolto tutti i settori della società cilena: dai minatori ai metalmeccanici, dai portuali ai ferrotranvieri, dagli insegnanti agli infermieri, e così via. A fronte delle legittime e giuste richieste di miglioramenti dei lavoratori, l’atteggiamento borghese del governo Sebastiàn Piñera è stato etichettare gli scioperanti come “pigri fannulloni”.

 

I GRANDI ASSENTI ALLE PROTESTE.

Fortissime ribellioni di lotta di classe in Cile quindi. E più che mai legittime.  

Riguardante la situazione di lotta, molto interessante è quanto riporta il portale “La voce delle lotte.it” del 25 ott. 2019:  “I grandi assenti di queste ore sono, però, proprio 

la CUT [Central Única de Trabajadores de Chile. n.d.r.] dal punto di vista sindacale, e la ‘sinistra politica’ istituzionale, rappresentata dal Frente Amplio (una coalizione di centro-sinistra con partiti di matrice liberale, ecologista e social-democratica), dalla Convergencia Progresista (Radicali e Laburisti) e dal Partito Comunista”. Prosegue poi il portale: “ … La CUT ha fatto resistenza il più possibile prima di cedere e associarsi allo sciopero generale che ha bloccato ieri il paese”.  (articolo “SPECIALE CILE: “I rivoluzionari cileni rivendicano lo sciopero generale fino alla caduta del governo Piñera”). 

Si, molto interessante l’opposizione che queste organizzazioni hanno opposto agli scioperanti. Perché il governo in carica Piñera si proclama di destra, mentre le opposizioni citate e il sindacato di sinistra. Come mai allora questi partiti-organizzazioni che si proclamano di sinistra non si sono subito associate alle dure e giuste proteste dei lavoratori, ma hanno fatto di tutto per frenarle?

E’ l’ennesima conferma di quanto Marx - e noi marxisti - da sempre affermiamo: il parlamento con i partiti di destra o sinistra è solo una “facciata”, i partiti sono solo teatralità. Alla fine tutti questi partiti sono al servizio dei ricchi capitalisti, e le liti e i finti scontri che insorgono tra di loro in parlamento sono solo show.  

E lo si vede bene in Cile in questo momento di crisi, dove ecologisti,  social-democratici, liberali, radicali, laburisti e perfino il (finto) Partito Comunista e le dirigenze sindacali si sinistra (che da tutti questi partiti sono controllate) frenano sugli scioperi. E’ in questi momenti cruciali che le destre e le sinistre parlamentari si ritrovano (sempre) unite nel gioco di difesa del governo e dei capitalisti (in questo caso quelli del Fondo Monetario Internazionale).

Queste sono esperienze importanti, fatti significativi, che i giovani e i lavoratori devono ben imparare, ne devono far tesoro: i partiti, i politici, al di la delle belle parole e delle tante promesse sono sempre e comunque AL SERVIZIO DEI RICCHI CAPITALISTI.

 

LA DURA REPRESSIONE

Come successo contro gli scioperanti in Iran e in Russia, la repressione anche in Cile si dimostra estremamente brutale e sanguinosa. Con militari che sparano sulla folla, arresti di massa e violente azioni poliziesche. E’ proprio in queste occasioni di forte proteste proletarie che i capitalisti mostrano la loro vera faccia repressiva e oppressiva, di solito nascosta dietro la facciata “democratica”. Questo accade regolarmente in ogni democrazia nel mondo quando i lavoratori disperati protestano duramente.  


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