I media tendono a non screditare, non mettere in cattiva luce i politici della propria nazione, soprattutto se questi sono al governo, e soprattutto se si è in campagna elettorale dove è molto probabile che diventino cancellieri. Li elogiano invece e nascondono accuratamente alle grandi masse le negatività del loro passato.
Ma i giornali delle altre nazioni non hanno questo problema e senza tanti scrupoli denigrano, danno risalto agli imbarazzanti fatti dei politici dei paesi concorrenti.
E’ ciò che sta avvenendo proprio con il candidato Scholz. In Germania osannato, all’estero criticato.
In Italia Scholz è nel mirino di uno dei più grandi quotidiani nazionali: il “Corriere della Sera”. E la radiografia politica che ne esce, descrive aspetti che Scholz, attuale ministro delle finanze nel governo Merkel e ora candidato a cancelliere per l’SPD e dato per favorito nei sondaggi, non vorrebbe sentire, ne rendere pubblici. Perché veritieri.
Nell’articolo “Elezioni in Germania: attenzione a Olaf Scholz!” del 7 sett. 2021 alla platea italiana il “Corriere della Sera” da così inizio alla presentazione del freddo calcolatore politico Scholz: “Olaf Scholz è stato al centro di tutte le peggiori decisioni riguardanti la politica economica tedesca degli ultimi vent’anni”. Ed passa a spiegare: “Durante il secondo mandato del governo Schröder, tra il 2002 e il 2004, Scholz era segretario generale della SPD, incaricato di diffondere tra la base riluttante e ostile del partito l’Agenda 2010, ovvero il piano di riforme del mercato del lavoro e della previdenza sociale (…) [l’Agenda 2010 – ndr] tagliava i sussidi ai disoccupati di lungo periodo e introduceva una serie di altre riforme che ebbero l’effetto congiunto di ridurre il costo delle retribuzioni in Germania (…) La Germania a quel punto divenne ultra competitiva e tentò di addebitare la crisi del debito sovrano alla sregolatezza fiscale. (…) Ebbene, Scholz contribuì ad architettare quella politica.
In pratica Scholz tra il 2002 e il 2004 come segretario generale dell’SPD, durante il governo Schröder (SPD-Verdi) era incaricato di persuadere e calmare la base dell’SPD che protestava vivamente contro la controversa legge definita “Agenda 2010” che introduceva severe penalizzazioni alla classe lavoratrice. Nel contempo Scholz cooperava nella politica governativa che attaccava la sregolatezza fiscale per giustificare il forte debito statale tedesco causato invece dalla politica.
Poi nel 2009 Scholz entra nel governo Merkel di grande coalizione CDU-CSU, SPD: “Nel 2009, durante la prima grande coalizione sotto Angela Merkel, Scholz fu tra i deputati dell’SPD che votarono a favore dell’introduzione di un «freno fiscale» nella costituzione (…) che precedette l’era di austerità che per poco non scardinò l’eurozona (…) All’epoca Scholz era il ministro del lavoro (…) Ma Scholz si era sempre dichiarato un deciso sostenitore di questa scelta politica. (ibidem).
Scholz ora nel governo Merkel come ministro del lavoro, collaborò nell’imporre l’austerità europea, causa dei disastri sociali contro le masse lavorative di Grecia, Italia, Spagna, messe sotto accusa dal governo tedesco di essere loro le responsabili dei debiti statali.
Nel 2011 Scholz diventa poi sindaco di Amburgo. Così la descrizione del suo operato del quotidiano italiano: “Nel 2011 Scholz fu eletto sindaco di Amburgo, sua città natale. Il periodo della sua carica coincise con l’introduzione di un
regime di tassazione finanziaria di recente giudicata criminale dalla corte di giustizia federale tedesca. La truffa consisteva in falsi rimborsi di imposte sulle plusvalenze derivanti da operazioni azionarie” (ibidem).
La dura critica a Scholz quindi continua impietosamente anche per il suo operato come sindaco di Amburgo. Definito come estremamente scorretto (tassazione finanziaria di recente giudicata criminale) e sfrontato.
Infine Scholz nel 2017 diventa ministro delle finanze nell’attuale governo Merkel. Prosegue l’articolo: “Successivamente, come ministro delle finanze, Scholz si addormentò al timone del paese quando emersero i primi sospetti sullo scandalo Wirecard” (ibidem).
Spieghiamo: riguardo il default della società di pagamenti tedesca Wirecard - prima che lo scandalo emergesse con poi successivo crollo - Scholz viene accusato, come ministro delle finanze, di aver fatto finta di non sentire i gridi d’allarme (si addormentò) che provenivano da più parti, anche inglesi che avvertivano della truffa che la società tedesca stava perpetrando.
Riassumendo. L’immagine di Scholz che ne esce dall’articolo del “Corriere della Sera” è chiaramente di un politico avvezzo senza tanti scrupoli all’attacco insistente contro i lavoratori e di continui giochi politici parecchio scorretti.
Non male per uno che si definisce di sinistra (socialdemocratico) e dalla parte dei lavoratori. E che potrebbe diventare cancelliere (ora dato primo nei sondaggi). Sarà questa la sua futura politica se verrà eletto cancelliere? è il grido d’allarme del giornale italiano.
I votanti non hanno mai la minima idea di chi votano. A loro vengono presentati dei candidati, dei partiti, che poi votano per simpatia, supposizione, o … speranza.
Sarà a campagna elettorale finita, quando il nuovo governo sarà formato, che i politici mostreranno la loro vera faccia. Ed è allora che emergerà come sempre la realtà, la contrapposizione sociale.
Scholz, Laschet, Baerbock, Lindner, Wissler, Chrupalla: nella visuale marxista tutti politici della borghesia, con diversi colori, diversi ruoli e proposte, ma che alla fine giocano tutti per i profitti dei capitalisti. Certamente non rappresentanti di chi li eleggono.
Dopo le elezioni, come sempre, si uniranno armoniosamente in coalizioni, al di là delle false contrapposizioni e i falsi litigi in campagna elettorale. Si coalizzeranno per “il bene del paese”, il che significa per “bene degli affari” delle grandi compagnie multinazionali, delle banche e delle imprese. Esattamente com’è avvenuto con tutti i precedenti governi: Merkel, Schröder, Kohl, Schmidt, Brandt, ecc.