DICEMBRE 2015
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GLI ATTENTATI DÌ PARIGI
SONO IL RISULTATO DELLE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO CAUSATE DAGLI AFFARI!
A PAGARNE LE CONSEGUENZE SONO PERO’COME SEMPRE LE POPOLAZIONI INERMI
In continuazione scriviamo e diciamo che gli affari non producono solo benessere, ma “causano anche crisi e guerre”.
Noi qui viviamo un relativo benessere e viene normale pensare che la situazione rimarrà così per sempre. Ci sembra impossibile che possa cambiare.
Ma realtà è ben diversa! “Quando meno ce se l’aspetta” possono giungere crisi e anche guerre, scriviamo.
Il sistema affaristico, capitalistico, è sempre alla ricerca del massimo guadagno e spinge gli affaristi, i capitalisti a non farsi scrupoli ad usare tutti i mezzi possibili per ottenere questo. E se nella loro visuale occorre, si spingono all’estremo. Ed ecco, come detto, che improvvisamente insorgono crisi, anche molto profonde, guerre.
Il meccanismo degli affari hanno spinto la borghesia americana ad invadere e conquistare prima l’Afganistan e poi l’Iraq, trascinandosi dietro le borghesie europee per la spartizione del bottino. Le varie fonti dicono che questo a causato nella zona diverse centinaia di migliaia di vittime, la stragrande maggioranza delle quali civili. Anche qui la popolazione, come sempre, ha pagato e ne paga le conseguenze.
Questo ha causato tutta una serie di reazioni e controreazioni, a catena.
Dalla guerra in Afganistan e Iraq si è passati alla guerra di Libia. Poi è toccato alla Siria, fino ad arrivare all’Isis e lo Stato islamico del Califfato di oggi.
Le borghesie arabe, vale a dire gli affaristi arabi delle zone coinvolte nelle guerre, hanno reagito. I risultati sono stati e sono gli attentati senza fine nei paesi occidentali coinvolti nelle guerre.
Chi ne pagai tragici effetti anche qui, come sempre, sono le popolazioni inermi che con queste guerre nulla hanno a che spartire, come successo a Parigi.
Clausewitz, grande esperto militare della borghesia dell’800, afferma che la guerra “non è che la prosecuzione della politica con altri mezzi”, confermando la realtà e con questo la visuale marxista.
Per fermare la guerra bisogna fermare il capitalismo. Non esiste altra strada per interrompere questo circolo mostruoso.
Un’altra società, superiore, è possibile e soprattutto necessaria. Su questo siamo impegnati.
-cronaca dell’andamento all’interno del governo della borghesia tedesca-
SCONTRO NEL GOVERNO SUGLI IMMIGRATI:
SPECULAZIONI SUL PROBLEMA COME PRETESTO PER LOTTE INTERNE TRA COMPONENTI DEL GOVERNO
Per i comunisti, per i marxisti come noi, gli immigrati appartengono alla classe lavoratrice. Sono persone che si spostano da una parte all’altra del mondo in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliori. La stragrande maggioranza di loro finirà nelle fabbriche a lavorare duro.
Il motto “Proletari di tutto il mondo unitevi” non è una frase retorica, vuota, tanto per farsi belli e dire qualcosa. E’ la consapevolezza che nel mondo esiste un proletariato, adesso molto esteso, il quale non ha frontiere nazionali, vive dappertutto la stessa situazione di sfruttamento e che ha dappertutto lo stesso inconsapevole bisogno: il superamento di questa società strapiena di contraddizioni.
Sarà con loro, quando gli affari faranno esplodere enormi contraddizioni, che faremo le rivoluzioni.
All’inizio di novembre l’argomento immigrati è ritornato prepotentemente alla ribalta per una presa di posizione del ministro degli interni De Maizière (CDU), il quale affermava che non avrebbe attuato il ricongiungimento delle famiglie per i rifugiati politici siriani (Familiennachzug). Questo ha fatto scatenare un putiferio all’interno del governo che era di tutt’altro parere e questa posizione si è dimostrata poi essere un pretesto per lotte interne tra i partiti e le loro varie correnti.
Il 5 di novembre, alcuni giorni prima che esplodesse “il problema De Maizière”, i giornali riportavano di pareri diversi all’interno del governo sul comportamento da tenere riguardo il problema dei rifugiati politici e che i ministri avevano dovuto trovare al riguardo un compromesso. Sembrava che l’ accordo fosse stato trovato, quando De Maizière annunciava a sorpresa la misura di non ricongiungimento familiare per i rifugiati, misura non concordata, provocando “il caso”.
A schierarsi subito contro il ministro dell’interno è stata l’SPD minacciando uno scontro duro se la dichiarazione non fosse stata ritirata. “L’SPD non può accettare che continuamente nella coalizione di governo vengano messe in discussione decisioni che erano state concordate“ chiarisce Thorsten Schäfer-Gümbel vicecapo SPD (Die Zeit - 09.11.2015). A seguito di questa decisa presa di posizione SPD gli esponenti CDU-CSU nel governo e la stessa Merkel decidevano di far ritirare al ministro degli interni (che appartiene al loro partito) la dichiarazione.
Che senso ha avuto allora per De Maizière far tanto baccano per poi subito ritirare quanto detto? “Cosa si nasconde nella Grande Coalizione dietro a questo nuovo scontro sulla politica per gli immigrati?” si chiede il “Tagesschau“ del 9 novembre.
In politica succede spesso che si dice di voler una cosa, ma il vero obiettivo è ottenerne un’altra. Spesso succede che certe problematiche concrete vengano prese a pretesto, usate, speculate, con l’intento di arrivare ad altro, vale a dire ottenere vantaggi in più nei contrasti interni tra i partiti. Problematiche, che con questi contrasti, realisticamente, nulla hanno a che fare. E il contrasto sugli immigrati nel governo sembra essere proprio una di queste.
Nella vicenda “De Maizière”, secondo i giornali, pare che il vero obbiettivo in questione, la molla che abbia fatto scattare la speculazione sia una forte lotta interna alla CDU-CSU per la successione di Angela Merkel (CDU), la quale alla fine di questa legislatura deve mettersi da parte per scadenza definitiva del mandato governativo. “Stiamo assistendo nella crisi sugli immigrati allo smontaggio della cancelliera?” si chiede “Di Zeit“. “Ma i problemi della Merkel non sono i nemici, bensì gli amici” prosegue “Der Spiegel“ (09.11.2015). Con queste affermazioni i giornali vogliono evidenziare che all’interno del partito Merkel la battaglia per determinarne la successione è iniziata ed è dura. E vogliono anche evidenziare che in questa lotta non vengono a mancare i colpi bassi, ne l’uso di tutti i pretesti possibili per, tra i contendenti, danneggiarsi l’un l’altro.
Speculare e polemizzare su un argomento delicato come gli immigrati, può essere visto da parte di alcune correnti e personalità CDU-CSU come un forte argomento su cui aggregare e stabilizzare una maggioranza, per poi poter vincere la battaglia all’interno del partito stesso.
Il destino e le sorti di tanti immigrati e delle loro famiglie diventano così merce di scambio nella lotta per la determinazione della futura leadership CDU-CSU. Una tristezza!
Questo è il capitalismo!
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FORTISSIMI SCIOPERI DEGLI STEWARDS NEGLI AEROPORTI
-la lotta di classe economica dei lavoratori non si ferma mai!-
L’argomento scioperi torna prepotentemente alla ribalta.
Dopo il lungo sciopero dei ferrovieri del sindacato GDL all’inizio del 2015 adesso sono i dipendenti del personale di volo (Flugbegleiter) della compagnia aerea Lufthansa aderenti al sindacato UFO a scioperare. Chiedono, oltre ad aumenti di stipendio e maggiori garanzie contro i licenziamenti, anche un migliore trattamento pensionistico per chi va in pensione anticipata.
La trattativa sindacale con la compagnia è in corso già da 18 mesi ed adesso è arrivata al suo culmine e il rifiuto di Lufthansa di accettare le richieste sindacali ha fatto scattare lo sciopero. Uno sciopero che viene valutato essere il più lungo e il più duro nella storia della compagnia.
In poco più di una settimana di astensione sono stati cancellati parecchie migliaia di voli, con danni enormi per Lufthansa. Il giornale “Handelsblatt” valuta che essi possono essere stimati “ intorno ai 25 milioni di euro al giorno”.
La partecipazione allo sciopero si dimostra talmente alta che perfino il sindacato ne rimane stupito:”E’ impressionante, perché stanno partecipando a questo sciopero più colleghi di quelli iscritti al sindacato. Il 95% di tutti i voli interessati dallo sciopero è stato cancellato – spiega Nicoley Baublies, leader del sindacato UFO” (Euronews 9.11.2015).
Lufthansa sostiene che le richieste sono troppe esose, ma i dirigenti del sindacato affermano che la compagnia gode di altissimi guadagni e non avrebbe nessun problema a sopportare questa spesa.
Gli altissimi guadagni delle imprese.
Su questo punto è utile fare alcune considerazioni.
Quando ci sono le trattative per i rinnovi contrattuali, di qualsiasi settore, le imprese lamentano sempre, ma proprio sempre, di non aver soldi abbastanza per soddisfare le richieste sindacali dei dipendenti, dicono di essere in difficoltà, che i dipendenti si devono accontentare, che la situazione è difficile e anche quando non lo è, dicono che potrebbe diventarla e così via.
Se dipendesse dalle imprese, dai padroni, soldi per i dipendenti non ce ne sarebbero mai.
In realtà le imprese guadagnano e straguadagnano sul lavoro dei propri dipendenti. E con i soldi che ottengono dallo sfruttamento di essi vivono nell’estrema agiatezza e aprono in continuazione nuove fabbriche in giro per il mondo.
Se osserviamo attentamente i grafici sotto, si scopre che, nonostante la crescita della ricchezza nazionale, il famoso PIL (BIP in tedesco) aumenti in continuazione (grafico Deutsche Bundesbank), i salari netti medi nazionali dei lavoratori tedeschi non coprono addirittura neanche l’aumento dei prezzi, cioè l’inflazione (grafico Eurostat e Bundesamt). Assurdo.
Dove finisce allora tutta questa ricchezza prodotta?
Ed ecco confermato quanto detto sopra: i ricchi si intascano tutta questa ricchezza, con il loro lusso sfrenato il possesso di mega auto, le megaville, i megaparty, i costosissimi super Yacht, l’apertura in continuazione di nuove fabbriche. Anche lo Stato si impossessa di questa grande ricchezza, con l’enorme spreco, gli armamenti, le clientele.
I lavoratori, che già devono lavorare duro nelle fabbriche e sui luoghi di lavoro, devono poi anche lottare duro, molto duro, per avere un qualcosa di quello che producono.
E qui, ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, viene confermato il grande Marx quando parla di plusvalore, sfruttamento, ingiustizia, classi sociali, ecc, nonostante alcuni parlino del suo superamento, dicano che la società capitalistica da lui individuata non esista più.
Una società ingiusta, molto ingiusta quella in cui viviamo. Che ci invita in continuazione alla necessità della lotta per suo superamento.
LE DIVERSE SOVRASTRUTTURE DEL CAPITALISMO
-DEMOCRAZIA, TOTALITARISMO, CAPITALISMO DI STATO-
E' opinione comune che un capitalismo è buono se è democratico, cattivo se è totalitario e buono o cattivo –a seconda dei punti di vista- che viene chiamato “socialismo o comunismo” ( in realtà il comunismo è tutta un’altra cosa).
La borghesia sostiene che sono realtà scollegate, differenti tra loro, per i marxisti invece sono la stessa cosa.
Nel capitalismo, come tutti sappiamo è la borghesia che detenendo i mezzi di produzione (le fabbriche) sfrutta la classe degli operai o salariati, ed è sempre il padronato che vendendo le merci gestisce gli affari. Il proletariato invece vende la propria forza lavoro al padrone in cambio di uno stipendio o salario. Nel capitalismo quindi è palese che la borghesia, che detiene i mezzi di produzione, si arricchisca sfruttando il proletariato. Nella società odierna purtroppo, non si produce per il fabbisogno della popolazione, ma, come detto, per arricchire la classe dominante.
E’ SEMPRE LA BORGHESIA CHE DECIDE LA FORMA DELLO STATO (a seconda degli interessi del momento).Nella società capitalista la borghesia ha bisogno dello stato per poter esercitare il proprio potere sul proletariato: è come se fosse il suo involucro o casa dentro la quale gestisce i propri interessi. Gli affari (la vendita delle merci) possono essere sia interni, le merci vendute o comprate all'interno della nazione, che esterni, cioè commerciate con gli altri stati. Il capitalismo però si presenta con una moltitudine di sovrastrutture (forme di stato) diverse. La più classica è la democrazia, cioè quella
dove la gente con il proprio voto crede di decidere i propri rappresentanti. Lenin la chiamava "il miglior involucro del capitalismo". Il motivo sta nel fatto che in democrazia la borghesia usa (nascondendolo molto bene) i vari governi per la gestione dei propri affari, escludendo da ogni potere decisionale il proletariato. Quindi l'involucro democratico è molto ambiguo perchè da al proletariato l'illusione di contare nella vita politica, però di fatto non ha nessun potere decisionale. Marx ed Engels chiamavano il parlamento "un organo che gestisce gli affari della borghesia",mentre Lenin diceva molto chiaramente che la democrazia in realtà è "una dittatura nascosta della borghesia sul proletariato".
Un'altro involucro del capitalismo è il totalitarismo. Gli esempi più lampanti sono stati il nazismo in Germania ed il fascismo in Italia . In questo involucro il proletariato non ha libertà di voto e molte volte neanche di esprimere il proprio pensiero. Essendo la borghesia a gestire gli affari all'interno dello stato ovviamente ne può cambiare la forma a suo piacimento conforme le proprie esigenze. Infatti nel secondo conflitto mondiale la borghesia italo-tedesca ebbe bisogno di dichiararsi nazifascista: questo perchè aveva la necessità di un'ideologia che esaltasse al massimo l'unità nazionale per poter combattere una guerra imperialistica.
Un altro involucro è il capitalismo di stato. Questa sovrastruttura del capitalismo viene spacciata dalla borghesia attraverso i suoi media per comunismo. Gli esempi sono l'ex Germania dell' Est, l'ex Unione Sovietica di Stalin con i suoi paesi satelliti, la Cina di Mao, Cuba con Castro ecc... Chiariamo subito che la differenza tra Capitalismo di stato e la società superiore comunista sta nel fatto che nel comunismo non esistendo classi sociali i prodotti vengono DISTRIBUITI tra la popolazione e non più COMMERCIATI (come invece succede adesso nella Cina a capitalismo di stato di Mao o nella Cuba di Castro) . Dove vige il capitalismo di stato i mezzi di produzione vengono statalizzati. Con questo tipo di economia i falsi comunisti sostengono che la borghesia non esiste più. FALSO! La borghesia diventa lo stato cioè il partito al comando che gestisce gli affari sostituendosi ai capitalisti privati. Infatti nel capitalismo di stato esistono tutte le leggi capitalistiche come il commercio delle merci, l'arricchimento e lo sfruttamento di una classe sociale sull'altra, la disoccupazione ecc. Possiamo notare che esistono i soldi, gli interessi e le banche; tutte cose che in una futura società comunista non esisterebbero. Anche nella Città del Vaticano c'è il capitalismo statalizzato perchè a gestire gli affari sono i preti che rappresentano un organo statale. Quindi riassumendo dove ci sono affari, profitto e vendita delle merci c'è sempre il capitalismo, questo inevitabilmente porta a disoccupazione,povertà e guerre. Per evitare tutto questo abbiamo bisogno e dobbiamo batterci per una società superiore comunista dove tutto verrà distribuito equamente tra la popolazione.
Marco Piccoli
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UN’ALTRA VERITA’ SULLE CAUSE DELLE STRAGI DI PARIGI
La stampa e le tv danno ampio risalto alle ripugnanti stragi di Parigi dove più di un centinaio di persone hanno perso la vita.
Mettono in evidenza che i terroristi autori delle stragi sono dei “fanatici religiosi” con lo scopo preciso di portare l’ attacco “al cuore della democrazia”. I mezzi di informazione sostengono che questo attacco ha il significato di un epocale “ scontro tra civiltà”: una arretrata e una avanzata. Viene ripetuto che bisogna unirsi per salvare “la cultura occidentale” , ”la democrazia”. Alcuni giornali vedono nell’attacco un piano ben studiato dell’Isis per portare ed estendere il terrorismo in tutta Europa. Perciò, bisogna vigilare ecc. ecc.
Ma sono questi i veri motivi che hanno spinto i terroristi a compiere questi terribili gesti o la verità è un’altra?
I mass media spiegano che gli attentatori provengono dai paesi arabi dove infuriano le guerre civili, come Siria, Iraq.
E’ noto che in quei paesi le potenze (borghesie, per noi marxisti) occidentali stanno conducendo direttamente o indirettamente, una guerra, bombardando in continuazione e causando decine di migliaia di morti, soprattutto tra la popolazione civile. Una guerra vera e propria quindi.
La domanda è: perché le borghesie occidentali si sono invischiate in queste guerre? Cosa le ha spinte ad inoltrarsi in azioni così disgustose?
Prima che l’imperialismo americano con al seguito le borghesie europee invadesse l’Afganistan nel 2001 e poi l’Iraq nel 2003 le zone in questione erano relativamente tranquille. Dopo la situazione è precipitata.
Perché allora le borghesie americana e europee hanno innescato una tale catastrofica situazione?
Per “esportare la democrazia”? Per “esportare la cultura occidentale”? Mettere “pace” tra le nazioni (borghesie, per noi) arabe che ogni tanto si scontrano tra di loro? Combattere “il terrorismo e il fanatismo islamico nel mondo”? Togliere a Saddam Hussein le “armi chimiche” che poi non sono mai state trovate?
NO! Dai nostri approfondimenti emerge tutt’altro, non risulta essere così.!
Queste sono tutte scuse, giustificazioni, mistificazioni. Chi approfondisce si trova di fronte un’altra verità!
Nel cercare di capire ed esaminare la questione, emerge che i capitalisti cioè le borghesie, sono sempre alla ricerca del massimo guadagno, alla ricerca di fare ottimi affari. E per raggiungere questo non si fanno alcuno scrupolo, anche se questo può provocare guerre.
Nella zona del Medio Oriente, com’ è ben noto,viene estratto la maggior parte del petrolio che serve come energia per le economie di mezzo mondo, soprattutto per l’economia borghese emergente cinese. Con l’invasione e le guerre in Afganistan e in Iraq l’imperialismo americano e le borghesie europee, oltre che vedere la possibilità di fare ottimi affari, hanno visto l'opportunità, gestendo direttamente questa parte consistente di pozzi petroliferi, di indebolire l’economia cinese costringendola a trattare direttamente con loro l’acquisto del petrolio e quindi metterla nella condizione di subire pressioni. Per questo motivo le guerre dell’Afganistan e dell’Iraq furono allora definite dalla stampa borghese “guerre preventive”, costate chissà quante centinaia di migliaia di morti (incredibile!).
Se approfondiamo ulteriormente anche nel caso della guerra civile in Siria scopriamo che le borghesie europee assieme a quella Usa, per il fatto che la Siria è protettorato russo, hanno trovato conveniente sostenere l’opposizione siriana e la guerriglia fondamentalista islamica contro il governo filo russo di Assad con il chiaro intento di togliere il paese dalla zona di influenza di Mosca.
Tutto questo ai nostri occhi risulta disgustoso, incredibile, ma è così che la borghesia, i ricchi intendono e vedono la politica !
Le tv e i giornali delle nazioni occidentali (che sono di proprietà di grandi banche e grandi gruppi industriali) però non spiegano questo. La verità la si può trovare solo nelle riviste specializzate, che vengono lette da un piccolo numero di esperti. Alle popolazioni, com’ è evidente, viene raccontato tutt'altro.
Se si approfondisce, come detto, emergono cose assurde, estremamente contraddittorie!
Il governo della borghesia americana afferma a gran voce di aver invaso l’Afganistan per combattere il fanatismo islamico, per esportare la “democrazia”, la “civiltà” ecc. Se si va ad indagare si scopre che attualmente gli Usa invece sostengono con forza il governo dell’Arabia Saudita, nazione dove non esiste nessun parlamento, nessun partito, che è diretto da una monarchia che è nota essere estremamente fondamentalista e dittatoriale, dove gli oppositori al regime vengono giustiziati con estrema facilità, decapitati e poi crocifissi nelle piazze pubbliche (andare a vedere in internet il caso Ali Mohammed Al Nimr. Pazzesco!). Dov’è allora la lotta per la democrazia, per la civiltà, tanto decantata dalla “democratica America”?
Se poi analizziamo il caso “Siria”. Anche qui. i governi europei e americano che affermano di essere contro il terrorismo ecc. ecc. Dopo i fatti di Parigi stanno cercando di nascondere che loro, fino a poco tempo fa, avevano sostenuto e fomentato la guerriglia fondamentalista islamica contro il governo siriano filorusso di Assad nell’intento, chiaro, di togliere all’imperialismo russo una nazione, la Siria, che è sotto la sua influenza. Dove sta anche qui la nobile lotta delle democrazie occidentali contro il fondamentalismo?
Ma ancora. Da dove provengono questi tanto temuti sanguinari guerriglieri islamici? Approfondendo si scopre che provengono nientemeno che dalla lontana guerriglia afgana
(segue → )
IL RIPETERSI DEGLI ASPETTI NEGATIVI DEL SISTEMA CAPITALISTICO INDIVIDUATI DA MARX
-SOTTACIUTI DALLA STAMPA BORGHESE-
Marx vede il funzionamento del sistema capitalistico-affaristico muoversi a cicli. Lunghi cicli di sviluppo e corti momenti di crisi, anche molto profondi, che possono scaturire in guerre, distruzioni, fame, morti.
La stampa borghese parla di un grande Marx, ma se ne guarda bene di spiegare i contenuti delle sue analisi, del suo pensiero e soprattutto non parla volentieri degli aspetti negativi del sistema capitalistico da lui individuati.
Quando però questi gravi aspetti negativi puntualmente accadono, la stampa borghese accuratamente cerca di evitare di riprendere l’analisi scientifica marxista per chiarirne le cause. E fa sembrare le cose totalmente diverse.
Prendiamo per esempio il fatto ripugnante delle guerre: per la stampa borghese le cause non sono mai gli affari, come ben spiegato da Marx, non è mai il sistema capitalistico e il suo malsano funzionamento, sempre alla ricerca del massimo guadagno, ma guarda caso le cause sono sempre da imputare agli esseri umani, ai “nemici”, cioè sono i governanti delle nazioni avversarie che improvvisamente diventano cattivi , feroci, malvagi. Per la stampa borghese, popolazioni che prima erano del tutto normali, improvvisamente vengono pervase dalla malvagità.
Com’è possibile?
E quello che forse noi ignoriamo è che, dalla parte opposta (cioè dalla parte del nemico) viene detta la stessa cosa di noi, cioè della nostra popolazione: che siamo improvvisamente diventati cattivi, malvagi e da eliminare.
Quando poi veniamo a sapere che i nostri nemici la pensano così di noi, la stampa e i politici del nostro paese sostengono che i nostri nemici non ragionano con la loro testa ma vengono influenzati dalla stampa, che non hanno autonomia di pensiero e che vengono bombardate ogni giorno da notizie di parte. La tv, la stampa e i politici del nostro paese ci vogliono far credere che noi invece siamo liberi nel pensare, che non veniamo influenzati ogni giorno dalla stampa padronale, che le nostre scelte sono autonome e libere da qualsiasi influenza.
Ovviamente è vero il contrario. La stampa, le tv e i politici del nostro paese operano sistematicamente per legarci al carro della propria borghesia, esattamente come fanno le borghesie di tutto il mondo.
Il capitalismo non è “la società migliore che si possa avere” come tanti pensano e come continuamente ci viene fatto credere. I lunghi periodi di benessere in cui viviamo non ci devono far illudere che le contraddizioni del capitalismo siano sparite o che siano solo un triste ricordo del passato o che riguardino solo “gli altri”. Gli affari non conoscono pausa e le crisi, come ben tutti sappiamo, sono sempre in agguato e quando meno te l'aspetti esplodono,
Avere perciò ben chiaro questo concetto , approfondire e non lasciarsi influenzare è indispensabile.
Una società superiore senza contraddizioni è possibile e soprattutto necessaria, ci dobbiamo però impegnare per ottenerla.
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(segue: ..... Un’altra verità sulle cause …)
che combatteva contro l’invasione russa del 1979 – 1989. In quell’occasione l’Arabia Saudita, su precisa indicazione Usa, aveva istituito in Afganistan le famose “scuole coraniche”, in modo da utilizzare la potente leva della religione, per formare integralisti islamici combattenti, i famosi “mujaheddin” ( allora i fondamentalisti non venivano definiti “terroristi”) da scagliare contro l’esercito d’invasione russo. Da allora, i fondamentalisti usciti dalle scuole “coraniche”, si sono lentamente diffusi e allargati in tutto il Medio Oriente fino ad
arrivare a combattere contro gli americani in Iraq, contro il mondo intero in Siria, in Libia e
Jemen e sono gli stessi che vogliono formare il famoso stato del “Califfato”. (Queste informazioni chiunque le può trovare in internet).
La sceneggiata si completa con l’imperialismo russo, che si dichiara contro il terrorismo, ma contemporaneamente sostiene alcune fazioni di guerriglieri contro Israele.
E’ tutto un gioco di interessi! Il mondo capitalista funziona così! In questo contesto la salvaguardia della “democrazia”, della “civiltà”, lo “scontro tra culture”, la lotta contro “il fondamentalismo” ecc. non hanno nulla a che fare, come si può ben capire.
Purtroppo, ancora una volta i tragici fatti di Parigi ci dimostrano che a subirne poi le conseguenze di queste politiche catastrofiche borghesi siamo noi, popolazione, proletariato inerme, che con questi interessi e politiche borghesi ripugnanti nulla abbiamo a che spartire.
In una società superiore, dove i prodotti non vengono più venduti, ma distribuiti, questi problemi non ci sarebbero!
Arrivare ad ottenere questo tipo di società superiore è un compito che seriamente dobbiamo prendere in considerazione. Solo così si potrà metter fine al problema delle guerre.
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. Punti fermi della scienza marxista
-Riproponiamo qui al lettore un articolo tratto dalle dispense “Teoria e pratica del marxismo” edito da “Lotta Comunista” nel 1996. –
LA CONCEZIONE MATERIALISTICA CONTRO L’IDEALISMO |
Le tesi che negano la possibilità di definire leggi oggettive della politica si rifanno tutte al “primato dello spirito sulla materia”. Sia esso la volontà dell’uomo o la volontà di Dio, è comunque, in queste concezioni, sempre un ente spirituale a dettar legge alla realtà materiale.
E’, ad esempio, l’idea di uguaglianza e non l’interesse del nascente capitalismo a disfarsi dai vincoli feudali a spingere la Rivoluzione francese; è la volontà di Dio e non il bisogno di commercio delle Repubbliche marinare italiane a sostenere le Crociate contro gli arabi “infedeli” e così via. Questo non è altro che un modo di ragionare idealistico applicato alla politica.
L’idealismo è una concezione del mondo secondo cui lo spirito viene prima della materia: la crea, come Dio con l’universo, oppure la modella a proprio libero piacimento, come la volontà dell’uomo sulle forme sociali.
Ogni progresso scientifico, nel campo delle conoscenze naturali, come di quelle storiche e sociali, passa attraverso l’affermazione, al contrario, della concezione materialistica, secondo cui è la natura l’elemento primario. “I filosofi che affermavano la priorità dello spirito rispetto alla natura e quindi ammettevano in ultima istanza una creazione del mondo di un genere qualsiasi (…) formavano il campo dell’idealismo. Quelli che affermavano la priorità della natura appartenevano alle diverse scuole del materialismo.” (F. Engels “Ludovico Feuerbach“).
Di fatto la materia viene prima dello spirito. Basta considerare il fatto che le idee degli uomini ( e quindi anche l’ida di Dio che gli uomini si fanno, così come quelli di uguaglianza, di libertà, ecc.) sono un prodotto del cervello umano e questo a sua volta è il risultato dello sviluppo della materia che dal forme più semplice è arrivata, evolvendosi, a creare l’uomo, cioè un insieme materiale ad alto livello di organizzazione.
Possiamo quindi dire a ragione che è stata la materia a “creare” lo spirito e non viceversa. “E così, lo spirito non può esistere senza la materia, la materia può vivere tranquillamente esistere senza lo spirito; la materia è esistita prima dello spirito; lo spirito è una particolare proprietà della materia organizzata in modo particolare. (…) Il materialismo ritiene primaria, fondamentale, la materia; l’idealismo lo spirito. Per i materialisti lo spirito è un prodotto della materia; per gli idealisti al contrario, la materia è un prodotto dello spirito.” (N. Bucharin “Teoria del materialismo storico”).
Punti fermi della scienza marxista
- Proseguiamo qui nell’approfondimento del falso socialismo,
cioè del capitalismo di stato camuffato da “socialismo”-
CAPITALISMO DI STATO E FALSO SOCIALISMO NELL’EX URSS E PAESI SATELLITI
Per capitalismo di stato s'intende un tipo di economia basata sulla produzione di beni da parte di una borghesia statale con finalità di profitto. La borghesia, (in questo caso un partito) è quella parte di società in grado di dominare e sfruttare la rimanente società rappresentata da operai e salariati.
Marx definisce la società borghese-capitalistica come quell'organizzazione sociale divisa in classi , dove ci sono gli sfruttatori e gli sfruttati e noi qui possiamo trovare tutti questi elementi da lui descritti.
La borghesia fa affari, si arricchisce,(produce capitale) sfruttando il lavoro del proletario, cioè colui che presta manodopera in cambio di salario.
Il capitalismo di stato è un modello di economia in cui lo stato si sostituisce alla borghesia privata nella produzione dei beni, ma con lo stesso scopo di ottenere profitto.
In questo caso, come detto, tutti i mezzi di produzione sono in mano allo stato. Viene praticamente tolta l'iniziativa privata. Da tanti padroni si passa ad un solo padrone: lo stato. Per i proletari salariati non cambia assolutamente nulla, continuano ad essere sfruttati come prima.
Con il capitalismo di stato sembra che venga eliminata la borghesia e sembra che si riducano perciò le disuguaglianze sociali e per questo sembra essere una società migliore, ma non si elimina lo sfruttamento. L'operaio lavora non per produrre beni di cui ha bisogno per vivere, ma per arricchire lo stato.
Il capitalismo di stato è un modello di economia che si è instaurato massicciamente in URSS in seguito alla rivoluzione d'ottobre del 1917, da sottolineare, come fase transitoria, per poi in secondo tempo, dopo le rivoluzioni degli altri stati giungere al comunismo.
Stalin ha però rinnegato la politica rivoluzionaria bolscevica della fase transitoria, affermando che la fase transitoria non serviva più e che quello era il “Comunismo”e non c’era perciò bisogno di altre rivoluzioni per giungere al comunismo. In pratica affermava che il cap. di stato era il “comunismo”.
Dopo la seconda guerra mondiale Stalin imporrà, con una politica imperialistica, il capit. di stato nei paesi satelliti dell'est, spacciandoli anch’essi per “socialisti”. La borghesia ha fatto poi credere al mondo intero che quello era il " comunismo" e tutt'ora, dopo un secolo, la borghesia mondiale continua a considerare estremamente conveniente definire comunismo quello che in realtà è capitalismo di stato.
Era capitalismo di stato in URSS, nella ex DDR, lo è in Cina, a Cuba, e in tutti i paesi cosi detti “comunisti”.
Per noi marxisti il comunismo è tutt'altra cosa. In una società comunista tutti i mezzi di produzione sono governati dal proletariato e la ricchezza che ne deriva viene equamente distribuita al popolo stesso. Si lavora per produrre bene a vantaggio di chi li produce, per i bisogni e il benessere della comunità.
Noi marxisti siamo convinti della necessità di instaurare una società comunista che superi le contraddizioni del capitalismo, dove per benessere s'intende, disuguaglianza, sfruttamento, disoccupazione, povertà, necessità di fare guerre per accaparrarsi nuovi mercati e vincere la concorrenza sfruttando il proletariato.
Giordano Fae